Per la valutazione e classificazione del rischio idrogeologico/idraulico sul territorio comunale sono state utilizzate le aree a pericolosità idraulica e geomorfologia individuate dal PAI (Piano Assetto Idrogeologico) dell’Autorità di Bacino (Adb) della Puglia.
L’Autorità di Bacino della Puglia, ai sensi dell’art.17 comma 6 ter della legge n.183 del 18 maggio 1989, il 30 novembre 2005 ha approvato, mediante il Comitato Istituzionale, il PAI (Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico). L’approvazione è stata confermata dalla Regione Puglia con delibera del 30 dicembre 2005.
Obiettivo del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) è la riduzione del rischio idrogeologico entro valori compatibili con gli usi del suolo in atto, in modo da salvaguardare l’incolumità delle persone e ridurre al minimo i danno ai beni esposti. Il PAI è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale vengono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate al miglioramento delle condizioni di regime idraulico e della stabilità geomorfologica. Al fine di perseguire questi obiettivi è necessario a ridurre gli attuali livelli di pericolosità e consentire uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto degli assetti naturali, della loro tendenza evolutiva e delle potenzialità d’uso.
Il PAI ha come obiettivo specifico l’individuazione delle aree a rischio frana e di alluvione e la previsione di azioni finalizzate alla prevenzione e mitigazione di detto rischio sul territorio.
L’art. 36 delle NTA del PAI definisce le aree a pericolosità idraulica nel modo seguente:
- Area ad alta pericolosità idraulica (A.P.): porzione di territorio soggette ad essere allagate per eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o pari a 30 anni.
- Area a media pericolosità idraulica (M.P.): porzione di territorio soggette ad essere allagate per eventi di piena con tempo di ritorno compreso tra 30 e 200 anni.
- Area a bassa pericolosità idraulica (B.P.): porzione di territorio soggette ad essere allagate per eventi di piena con tempo di ritorno compreso tra 200 e 500 anni.
L’art. 36 delle NTA del PAI definisce le aree a pericolosità geomorfologica nel modo seguente:
- Area a pericolosità geomorfologica molto elevata (P.G.3): porzione di territorio interessata da fenomeni franosi attivi o quiescenti.
- Area a pericolosità geomorfologica elevata (P.G.2): porzione di territorio caratterizzata dalla presenza di due o più fattori geomorfologici predisponenti l’occorrenza di instabilità di versante e/o sede di frana stabilizzata.
- Area a pericolosità geomorfologica media e moderata (P.G.1): porzione di territorio caratterizzata da bassa suscettività geomorfologica all’instabilità.
Quando le aree a pericolosità interessano l’antropizzato vengono individuate le aree a rischio in relazione agli eventi alluvionali e franosi. Queste sono suddivise in quattro classi in base all’incrocio del grado di pericolosità di una determinata area con gli elementi a rischio in essa presenti, quali agglomerati urbani, insediamenti, infrastrutture ecc.
Le classi di rischio individuate sono:
- R1 – rischio moderato: per il quale i danni sociali, economici ed al patrimonio ambientale sono marginali.
- R2 – rischio medio: per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità delle persone, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche.
- R3 – rischio elevato: per il quale sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici ed alle infrastrutture, con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale.
- R4 – rischio molto elevato: per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale e la distruzione di attività socioeconomiche.
Nel territorio comunale di Alberobello il PAI dell’Adb Puglia ha individuato aree a pericolosità idraulica che non interessano l’antropizzato, per cui non sono presenti aree a rischio idraulico. Non sono state individuate aree a pericolosità geomorfologica e quindi a rischio geomorfologico.